Intervista a Davide Galati

Intervista a Davide Galati, autore del romanzo epico fantasy ‘E un elfo li radunò’ (Linee Infinite), presente alla nostra rassegna letteraria il 16 marzo.

Raccontaci l’iter creativo che ti ha portato a scrivere ‘Oddwars’, uno strabiliante mix tra fantasy e fantascienza, pensato come un fumetto e scritto come un film, con un botta e risposta di dialoghi non stop.
Oddwars è nato dal desiderio di scrivere qualcosa che io per primo volevo leggere e all’epoca, quando iniziai a pensarci (più di vent’anni fa) ero davvero appassionato de Il Signore degli Anelli e della saga di Guerre Stellari, così mi chiesi cosa sarebbe successo se li avessi fatti incontrare. Essendo poi da sempre un amante dei fumetti e dei serial TV, optai per la scelta di uno stile particolare che abolisse del tutto o quasi le descrizione e si concentrasse solo sui dialoghi e sulle azioni. Il risultato è stato un libro dove elfi, amazzoni e romani volano e si scontrano nello spazio, dove antichi miti vengono rivisti in chiave fantascientifica, ma senza perdere nulla della loro classicità e sopratutto una lettura appassionante, veloce, divertente che indubbiamente vuole intrattenere, ma che di sottofondo ha sempre l’eterna lotta tra il bene e il male con le molte ambiguità che essa porta con sè. E’ un libro che mi ha dato molte soddisfazioni e che è sempre stato apprezzato da chi lo ha letto, un giorno mi piacerebbe scriverne il seguito.

Hai curato ‘Verona minor Hierusalem’, un libro che riprende un percorso di pellegrinaggio sulle orme del piano urbanistico che l’Arcidiacono Pacifico ha realizzato a Verona nell’800 d.C. Hai organizzato anche dei ‘viaggi’ di gruppo, come è andata?
Sì ho accompagnato anche dei “pellegrinaggi” (la parola pellegrino non ha solo una connotazione religiosa, ma partendo dalla sua etimologia “per agros” indica uno stile, cioè il percorrere un luogo, anche conosciuto, ma con gli occhi dello straniero, cioè con occhi nuovi capaci di stupirsi e di vedere in ogni momento novità e bellezza) ed è sempre andata molto bene. Le persone si sono mostrate incuriosite e affascinate di scoprire un lato della città quasi sconosciuto, meno turistico, ma molto bello e a tratti anche di riscoprire le radici della fede cristiana presenti nella quotidianità, nell’architettura, nell’arte che spesso diamo per scontate.

‘E un elfo li radunò’, ecco che si riuniscono i sei eroi leggendari di Nuncupo. Parlaci brevemente di loro, ti sei ispirato a qualche persona del mondo reale? Quale personaggio ti affascina di più e per quale motivo?
E un elfo li radunò… è un grande racconto Fantasy, ma è prima di tutto una grande storia di amicizia e per scrivere di questo ho fatto quello che, credo, faccia ogni scrittore, ho attinto alla mia esperienza di amicizia per parlare poi dell’amicizia, del mondo e della vita in generale. Quindi sì, per i sei eroi di Nuncupo mi sono ispirato agli amici con cui sono cresciuto nell’adolescenza e il rapporto coi quali mi ha poi, nel bene o nel male, in parte formato. Il personaggio che mi piace di più è sicuramente Sir Rynthoor Clarosangue schietto, onesto, semplice, qualcuno con cui puoi parlare di tutto, magari senza perderti in sottili ragionamenti filosofici, ma sempre rimanendo ancorato alla concretezza della vita. Per me però il più affascinante è indubbiamente Questor Lainsias, l’elfo, perché in lui c’è molto di me, delle mie paure, delle mie fatiche, ma anche delle mie qualità o almeno di ciò che ero quando scrissi questo romanzo quasi dieci anni fa ormai e naturalmente il tutto romanzato (anche se mi piacerebbe non vado in giro a tirare frecce agli orchi).

 

Intervista a cura di Camilla Bottin

Davide_galati.jpg elforadunò.jpg