Il Principe delle Locuste

Presentiamo la recensione dell’ultimo romanzo di Alberto Costantini “Il Principe delle Locuste“, a cura di Camilla Bottin.
Anche lui sarà presente il 16 Febbraio alla Rassegna Letteraria organizzata dal Sentiero dei Draghi.

L’ultimo romanzo del prof. Alberto Costantini (ArteStampa Edizioni) è un romanzo storico avvincente che segue l’invasione di Attila nell’Italia Settentrionale, senza esclusione di colpi di scena.

Come «cavalli pronti alla guerra» le locuste sbattono con foga le loro ali sul ventre corazzato e salgono a iosa dal pozzo dell’Abisso oscurando la luce del Sole: il «rombo dei carri» che accompagna la loro avanzata non può che accentuare l’aspetto terribile di esseri con «capelli di donne» e «denti da leoni». E’ con questa immagine tratta dall’Apocalisse di Giovanni che si apre il nuovo romanzo storico del professor Alberto Costantini di Montagnana: il racconto, sotto diversi punti di vista, segue l’acuirsi dell’invasione unna nella città di Padova al tramonto dell’Impero Romano. I veri «colpi al cuore» però risiedono nell’anima di Rustico, consumato dux romano che ha speso la sua vita in missioni segrete: il ritorno a casa dalla nobile moglie Felicita non lo può consolare in quanto lei, avversa fin dalla fanciullezza a un matrimonio con un uomo più vecchio, si è sempre opposta altera all’idea di serenità coniugale, in nome di un ben più alto dovere di carità cristiana. «Il tempo che starete insieme a noi voglio che vi consideriate nostre ospiti gradite» spiega alla matrona la promessa sposa burgunda di Attila: a quel punto lo scenario è completamente diverso, siamo in una corte barbarica tra mille nemici tra cui il malvagio Grod, traditore impunito, e Felicita non può che sospirare e pensare alle scelte fatte nel corso della sua esistenza, dal giorno in cui ha deciso di non salvarsi sulla laguna con i nobili patavini. Percorso morale? Il confronto con l’attrice Lidia svela risvolti psicologici inediti, fino a che punto una persona può svolgere il ruolo di «agens in rebus»? Attribuendo responsabilità e giudizi, il professor Costantini ci conduce per mano in un itinerario che prevede «l’improbabile e persino l’impensabile» in un Impero che ormai è allo scatafascio: un’accozzaglia di genti che va e viene, delitti e stragi, ma c’è anche chi ci trova del buono come Michele, cugino di Felicita e Lidia, ex mima, artefice di una famosa nudatio. «Godiamoci adesso la brezza marina e domani, con l’aiuto dell’Onnipotente, l’ombra delle palme» sembra suggerire l’autore nei panni del medico Filemazio perché quello che si legge tra le righe del cielo si può interpretare.

Si può cambiare.

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